Sardegna, tre operai morti alla raffineria Saras

26/05/2009 Intossicazione da azoto. Il primo è caduto nel serbatoio mentre i compagni hanno tentato di intervenire. L’incidente è avvenuto alla Saras di Sarroch, Cagliari
CGIL Sardegna, “nessuno parli di fatalità”

Tre operai sono morti oggi mentre erano impegnati in operazioni di manutenzione nella raffineria Saras a Sarroch (Cagliari). Quando il primo operaio è caduto all’interno di una cisterna di desolforazione, i suoi colleghi hanno tentato di prestargli soccorso, ma l’incidente ed il tentativo di aiuto è risultato fatale per tutti e tre. Bruno Muntani, 52 anni, sposato e padre di tre figli; Daniele Melis, 26 anni, e Pierpaolo Solinas, di 27 anni erano impiegati di una ditta esterna, la Comesa srl, specializzata nella manutenzione di impianti industriali. Alla squadra apparteneva un quarto collega, Gianluca Fazio, intossicato anche lui, ma sopravvissuto: “Il primo ad entrare nella cisterna è stato Pierluigi Solinas, Gigi come lo chiamavamo tutti. Doveva controllare quali strumenti portare per iniziare il lavoro. Si è sentito subito male ed è cascato dentro la cisterna. Ho tirato la corda che lo legava ma non riuscivo ad estrarlo. Un operaio lì vicino ha chiamato gli altri due. Bruno – Bruno Muntoni – non ci ha pensato su ed è entrato ma i vapori hanno ucciso anche lui. Allora è toccato a Daniele Melis che ha indossato una maschera antigas e si calato nel serbatoio, ma è successo qualcosa e anche lui è morto”.

La tragedia della raffineria di Sarroch avviene nello stesso giorno in cui Epifani invita ad evitare che la piaga delle morti sul lavoro rimanga legata a un “senso di ineluttabilità”, se dovesse accadere “sarebbe una sconfitta morale civile e culturale per l’intera comunità”. A non piegarsi a tale ineluttabilità è il segretario generale della CGIL Sardegna, Enzo Costa. Risuonano duramente le sue parole: “Nessuno parli di fatalità, nessuno si azzardi a dire che ci sono responsabilità individuali dei lavoratori”, ha detto sottolineando come “i tre operai degli appalti hanno perso la vita nello stabilimento Saras in un modo assurdo, in un impianto fermo per lavori di manutenzione, un luogo dove tutte le procedure sono codificate e gli interventi dovrebbero avvenire sempre dopo la bonifica degli ambienti di lavoro”.

Sul tema interviene anche il segretario generale della FILCEM, Alberto Morselli: “A questo continuo stillicidio – dice – si dovrà pur porre fine, e ancora non è stato fatto abbastanza. Chiediamo senza indugio l’immediata applicazione del Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Chi abbasserà la guardia – prosegue Morselli – anche solo attraverso modifiche peggiorative del testo, se ne assumerà in proprio la responsabilità”. Per domani, intanto, CGIL, CISL E UIL della Sardegna hanno proclamato otto ore di sciopero nella zona industriale di Sarroch (Cagliari) mentre già oggi i lavoratori degli appalti, subito dopo l’incidente mortale, si sono fermati davanti ai cancelli.

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