ORIOLO E IL SUO TESORO DIMENTICATO

ORIOLO E IL SUO TESORO DIMENTICATO

Risale a quasi un anno fa la scoperta, alle pendici del borgo medievale di Oriolo ed all’interno di un convento francescano, di una serie di affreschi su struttura muraria che riassumono un ciclo pittorico che ha come figura principale il Santo di Assisi, datati attorno all’anno 1400.

Oriolo scopre, ma sarebbe meglio dire ritrova, uno dei suoi tesori più preziosi; il casuale ritrovamento costituisce un importante frammento di storia a testimonianza del primo convento del terzo ordine di San Francesco d’Assisi, istituito in Calabria.

Soltanto pochi giorni addietro, la notizia del sequestro da parte della Guardia di Finanza di Montegiordano del sito archeologico dove sono emersi i resti dell’avancorpo del convento. L’ispezione avvenuta nel cantiere edile, infatti, aveva fatto emergere gravissime violazioni. Il report di illegalità va dalla presenza di lavoratori in nero alla totale assenza di misure preventive e protettive in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Sentito plauso, pertanto, della CGIL comprensoriale alle Fiamme Gialle per l’intensa attività di controllo nei cantieri edili e nei luoghi di lavoro, nonostante le lampanti carenze di risorse a disposizione che non consentono il pieno governo di un territorio non facile.

Il “lavoro nero” e quello irregolare sono una vera piaga sociale ed economica; l’unico scopo di numerose imprese è sfuggire a leggi certe e contratti di lavoro seri, nonché non garantire le essenziali norme di sicurezza, facendo dumping sulle aziende sane che invece applicano norme e contratti lavorando nella piena legalità.

La Fillea e la Cgil, da sempre attente alle dinamiche territoriali, denunciano questo ennesimo grave fatto, chiedendo che il contrasto a tali “fenomeni” sia sempre più “duro”, la lotta al lavoro nero e sommerso, nel comparto dell’edilizia, la priorità.

In una situazione che fa registrare la mancata tenuta dei livelli minimi di sicurezza, dove i lavoratori svolgono mansioni esponendoli a rischi di infortuni e malattie professionali, si fa strada una concorrenza sleale che distorce il mercato dell’edilizia, affermando il delinearsi di una cornice imprenditoriale di disonesti che, in barba ad ogni regola e rispetto delle normative del lavoro e degli appalti, danneggiano le imprese sane rendendo instabile l’intero mercato del lavoro  e compromettendone anche la qualità stessa.

 Il verificarsi di tali fenomeni, per di più in un cantiere pubblico, deve suscitare indignazione. Non si può soggiacere a logiche distorte ed ai dettami del padroncino di turno: nessuna pausa, lavoro straordinario non riconosciuto, saltuarietà dei pagamenti. Sconfortante quadro che si aggiunge alla scarsità di lavoro e rende i lavoratori schiavi.

La FILLEA CGIL, nella sua quotidiana azione di contrasto a tali fenomeni, lancia un appello a tutte le istituzioni del territorio: farsi promotrici, sinergicamente al sindacato, della costruzione di tutte quelle buone pratiche che permettano di prevenire l’illegalità.

Chiediamo, infine, che il patrimonio rinvenuto ad Oriolo venga messo in sicurezza e si dia avvio ad una campagna di recupero efficace che possa riportare alla luce, in tempi brevissimi, un bene prezioso e di pregio per l’intera Regione.

Segretario Generale                                                                                            Responsabile

FILLEA CGIL Pollino Sibaritide Tirreno                                            Camera del Lavoro CGIL Trebisacce
De Lorenzo Giuseppe                                                                          Francesco Ventimiglia        

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