NO alla migrazione vaccinale dei soggetti più fragili

Una campagna vaccinale seria e veloce, rispettosa delle regole di precedenza stabilite dal governo, è ciò che il sindacato dei pensionati chiede ormai da tempo.  Bisogna procedere con queste modalità per salvare la vita delle persone, tirar fuori il Paese dalla fase di emergenza, evitare che gli anziani continuino a pagare, con la propria vita, un prezzo pesante alla pandemia.

I dati, che man mano vengono elaborati e resi pubblici dai centri di ricerca, certificano un sostanziale  arretramento della qualità della vita e dei livelli di assistenza socio-sanitaria; cosa impensabile fino a qualche tempo addietro. Il Covid19 ha abbassato in maniera preoccupante la qualità della vita delle persone, peggiorandola notevolmente, ha aumentato il rischio di malattia a causa della rinuncia alle cure, da un lato, ed alla forte riduzione dell’assistenza socio-sanitaria a livello territoriale, dall’altro, così come certificato dai dati Agenas.

Per queste ed altre importanti ragioni lo SPI CGIL Pollino Sibaritide Tirreno chiede con determinazione che nei territori si proceda con un piano di vaccinazione serio e tempestivo per proteggere le persone, guardando con maggiore attenzione a quelle più fragili e maggiormente vulnerabili.

E’ oltremodo necessario ed urgente che si faccia luce sulla destinazione di decine di migliaia di dosi di vaccino inoculate a persone che non rientravano nei criteri stabiliti dal Ministero della Salute, per una questione di giustizia sociale che non può essere impedita, strumentalmente, dal ricorso alla legge sulla privacy. Comportamenti difformi dalle regole, oggettivamente illegittimi, non possono essere tutelati dalla legge!

Oggi è il tempo della responsabilità, non quello delle corsie preferenziali e dei trattamenti privilegiati che mortificano le persone, favoriscono l’illegalità e cancellano i progressi che, complessivamente, si sono ottenuti nel campo della salute.

Procedere con certezza e celerità significa affrontare il problema delle emergenze negli ospedali, rendere più fruibili le strutture per le cure delle acuzie, decongestionare le strutture territoriali  già carenti; significa, altresì, restituire la necessaria e vitale assistenza e socialità agli anziani reclusi, non solo nelle strutture  dedicate, ma anche e soprattutto nelle loro abitazioni disseminate nei tanti piccoli e medi comuni del territorio del Pollino, della Sibaritide e del Tirreno.

Gli anziani ed i pensionati sono persone da tutelare e da salvaguardare, non soggetti da perseguitare. Basta con l’ipocrisia istituzionale che finge di non conoscere le difficoltà di accesso degli anziani alle piattaforme e ad altri sistemi di prenotazione per la vaccinazione e comunque nell’accesso alle cure attraverso il sistema informatico. Le ragioni sono strutturali ed ataviche ed oggi, in presenza di una pandemia che mette a rischio la vita di ognuno. C’è, al contrario, un dovere istituzionale che deve individuare soluzioni adeguate per le prenotazioni delle vaccinazioni seguendo le regole stabilite dal Ministero della Salute.

Regole che devono rappresentare un sistema trasparente, democratico e giusto, piuttosto che un ostacolo per larghe fasce di popolazione che non possono pagare per la colpa delle scarse o inesistenti abilità informatiche.

Bisogna evitare le migrazioni vaccinali degli anziani tenuto conto delle difficoltà di mobilità che esistono sul nostro territorio, acuite della pandemia. Indispensabile è, quindi, aumentare gli sportelli per le prenotazioni ed i punti vaccinali, utilizzando le strutture sanitarie territoriali pubbliche e la disponibilità delle istituzioni locali che sono state già determinanti nella fase di avvio delle vaccinazioni.

La Regione Calabria, l’Azienda Sanitaria provinciale di Cosenza, i Distretti Sanitari sono chiamati oggi a rispondere alle tante problematiche esistenti, alle necessità vere dei cittadini e ad individuare soluzioni appropriate consentendo e facilitando l’accesso al sistema e soprattutto garantendo a tutti il diritto alla salute, ed in questo caso, il diritto alla vita.

 

Francesco Spingola, segretario generale SPI CGIL Pollino Sibaritide Tirreno

 

 

 

 

 

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